BUNET...BUNET ...BUNET...
La nostra cara amica Brigida in questa splendida Domenica ci delizia con il Bunet un dolce al cucchiaio tipico del Piemonte.
INGREDIENTI:
50 gr di farina
50 gr di burro
100 gr di amaretti
1/2 l di latte
150 gr di zucchero
70 gr di cacao
4 uova
un pizzico di sale
PREPARAZIONE:
In un tegamino fate fondere il burro. lentamente unite la farina e fatela leggermente imbiondire, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno.
Aggiungete il sale il latte e portate ad ebollizione continuando a mescolare per circa 10 minuti.
Togliete il composto dal fuoco unite lo zucchero .. tenetene da parte due cucchiai..., gli amaretti sbriciolati il cacao setacciato ed inserite le uova uno per volta finche tutti gli ingredienti saranno ben amalgamati.
Mettete in un tegame lo zucchero tenuto da parte con due cucchiai di acqua cuocete a fuoco moderato fin quando sarà ben dorato.
Versate lo zucchero in un stampo dal diametro di 24 cm oppure utilizzate lo stampo del
plum-cake e fate aderire il caramello alle pareti ed al fondo dello stampo.
A questo punto versate il vostro composto nello stampo , ponendolo a bagnomaria .. tenete conto che l'acqua dovrà raggiungere metà dello stampo... infornate a 180 gradi e cuocete per circa 40-50 minuti.
Togliete il bunet dal forno fatelo raffreddare e capovolgetelo sul piatto da portata.
Potete tagliarlo a fette e servirlo ai vostri amici magari accompagnato da un buon moscato d'Asti.
CURIOSITA':
Il Bonèt, , è il più tipico dolce piemontese e più precisamente delle Langhe le sue origini sono molto antiche. In piemontese il termine Bonèt significa cappello o berretto tondeggiante - Esistono diverse ipotesi sulle origini del nome e tra queste le più accreditate sono due. La prima abina il nome del Bonèt proprio alla forma dello stampo nel quale viene cotto, in origine uno stampo di rame chiamato appunto bonèt ëd cusin-a, ovvero cappello da cucina o berretto del cuoco. La seconda ipotesi, ritenuta la più veritiera soprattutto nelle Langhe, e sicuramente la più curiosa, lascia intendere che il dolce sia stato chiamato in questo modo perché, abitualmente, veniva servito alla fine di ogni pasto, come cappello a tutto ciò che si era mangiato fino ad allora. Infatti, prima di uscire di casa o da un qualsiasi locale, come ultimo indumento si indossava il bonèt, ovvero il cappello. Bisogna però dire che sostanzialmente esistono due versioni di Bonèt: una versione tradizionale detta alla monferrina, sicuramente più antica e meno conosciuta, senza la presenza del cacao o del cioccolato, ma solo di latte, zucchero, uova e amaretti; un'altra, giunta successivamente, con la comparsa di cucine più complesse e l'ingresso nel territorio piemontese di nuovi ingredienti provenienti dalle colonie sudamericane come per esempio il cacao, il rhum ecc.; Alla nascita e alla diffusione del Bonèt in Piemonte ha contribuito senz'altro la massiccia presenza di mandorleti e noccioleti grazie ai quali nasce il famoso biscotto amaretto, pasticcino a base di pasta di mandorle dolci e amare inventato probabilmente dagli arabi e diffusosi in tutto il bacino del mediterraneo grazie alla sua caratteristica principale: la scarsa deperibilità.